lunedì 10 novembre 2014

I nostri compagni di classe (Renata)


I miei compagni...............??????????????? Che cosa potrei raccontare di loro? Tutto e niente. Anzitutto arrivata in 3a F nell'ottobre del 1967 di molti loro, non ho un ricordo dei primi anni, mentre Manolo, Ennio, Dario, Valerio e Franco Borri (Bobo) erano già stati miei compagni in anni precedenti.

Specialmente di Franco ho un vivo ricordo: sempre di buon umore, scherzoso, a volte anche un po' troppo, conciliante e “vivi e lascia vivere”, con lui si poteva avere un rapporto disinibito, senza paura di essere continuamente giudicati. Anche quando ci siamo incontrati alla cena, è stato come se gli anni non fossero passati, la confidenza è stata la stessa e abbiamo ricordato ogni avvenimento con piacere.

Dario e Valerio erano molto cambiati, forse cresciuti, ma sempre pronti a contestare.

E dei nuovi che dire? Mi legai in modo particolare a Riccardo anche perché abitavamo vicino e andavamo e venivamo da scuola insieme e avevamo così molto tempo per chiacchierare e poi studiavo molto bene con lui. Nonostante la sua grande intelligenza e preparazione aveva il dono di non farti mai sentire inferiore, non era un secchione aveva una vera passione per lo studio e al di fuori della scuola aveva tantissimi interessi, lo sci, il cinema, il teatro, la musica, una vera miniera. Un ricordo buffissimo è dei nostri venerdì. Uscivamo da scuola alle 13 e alle 13.05 iniziava Hit Parade, per noi irrinunciabile, e così Riccardo si era organizzato con una radiolina e l'ascoltavamo strada facendo e nella bella stagione veniva a scuola in Graziella e al ritorno per fare più in fretta facevamo a turno sulla bicicletta e l'altro correva. Quanto eravamo giovani e atletici! Con Riccardo condividevo molte idee e modi di vivere, le cose che erano veramente importanti nella vita, quali l'essere e non l'apparire, l'agire e non parlare solamente, lo trovavo maturo e al tempo stesso ironico e divertente per certe sue battute su alcune mie scelte. Mi ricordo che un giorno io dissi: ''Se son rose fioriranno'' e lui mi rispose: ''Speriamo che non fioriscano troppo''. Fantastiche erano le meringhe che sua madre ci faceva trovare per merenda nei pomeriggi in cui studiavamo da lui.

Altro grande amico fu Franco Bagagli, sempre scherzoso e di buon umore, anche lui molto studioso e soprattutto altruista, era spesso preso in giro da me, Riccardo ed Elisa per certi aspetti del suo carattere e lui ribadiva sempre paziente ed arguto, un vero compagnone!!!!!!

Con gli altri non legai molto per tanti motivi, anche diversi: alcuni erano troppo riservati e se ne stavano chiusi nel loro guscio, altri avevo l'impressione che mi guardassero sempre un po' dall'alto in basso, pronti a criticare, ed essendo una a cui per sentirsi bene necessitano pochi amici sinceri, non andai mai oltre. Con alcuni penso non aver scambiato nell'arco del triennio più di una cinquantina di parole e spesso anche in polemica. In realtà non avevo di loro una grande considerazione: li ritenevo troppo infantili e spesso anche opportunisti. Quella posizione strategica nel primo banco di me e Daniela alla fine giovava più a certi nostri compagni, che di solito non ci rivolgevano neppure la parola, ma in occasione delle interrogazioni pretendevano che noi tenessimo il libro aperto e sfogliassimo anche le pagine al fine di poter sbirciare e, anche se non preparati, strappare almeno una sufficienza. Devo dire che sono sempre molto colpita ieri come oggi dalle certezze di Piero. Sì, è vero, a volte io e Daniela ci lasciavamo un po' andare, non avevamo certo l'aplomb di altre compagne, in compenso avevamo sicuramente del fair play.




Piero:
Cara Renata, era con simpatia che nel mio post descrivevo i vostri, tuoi e di Daniela, armeggii grafico-verbali al primo banco.... E' vero, in tanti anni abbiamo scambiato poche frasi, ma non era per supponenza. Come penso accada ovunque, si creano dei gruppi di amicizia o di consuetudine che poi a seconda del carattere dei membri possono evolvere o chiudersi a riccio. Quest'ultimo atteggiamento è forse stato proprio del nostro gruppo, gruppo che comprendeva Ezio, Efisio, Riccardo Belli, Maurizio e più occasionalmente Roberto e Manolo. L'evoluzione fu poi l'introduzione di Liliana e Mara come ragazze di due di noi. Eravamo forse sì, infantili, ma tutto sommato, per quegli anni lo siamo stati in maniera fisiologica. Più che infantili direi un po' "addormentati". Riguardo alle mie certezze, passate e attuali, sei in errore. Non ho mai avuto la consapevolezza di possedere grandi certezze. Ho cambiato spesso opinioni, ma non per opportunismo, atteggiamento che mi è alieno da sempre. La prova è che tutto ciò che avuto nella vita, nel lavoro soprattutto, è stato ottenuto con sforzo e fatica, ma sempre senza i grandi vantaggi che scelte di opportunismo appunto, ti permettono di ricavare. 

RENATA
Io comunque mi sbaglierò, ma ti vedevo e ti vedo così anche oggi, sempre molto deciso e quasi sempre prevalente, un po'troppo impositivo. Le mie come le tue, ovviamente, sono  sensazioni a ''pelle'' per quel poco che ci conosciamo.

Riccardo (Neri)
I venerdì con Hit Parade e la bicicletta me li ricordo anch'io e a ripensarci dopo tutti questi anni, mi viene ancora da ridere. Oltre tutto la bici era una Graziella, più adatta a bambini che a noi.

1 commento:

  1. I venerdì con Hit Parade e la bicicletta me li ricordo anch'io e a ripensarci dopo tutti questi anni, mi viene ancora da ridere. Oltre tutto la bici era una Graziella, più adatta a bambini che a noi.

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