A.S. 1966/67
Ed eccomi in terza. Eravamo rimasti in pochi, tra i più
affezionati avevo perso: Flavio, Dario, Valerio, Vanna, che comunque avrei
ritrovato l'anno successivo. Finalmente una classe un po' meno numerosa, anche
se l'arrivo di nuovi compagni portò una certa divisione a gruppetti e il clima
non era più quello degli anni precedenti. I nuovi arrivati erano più politicizzati
e trovarono un appoggio, anzi un promotore delle loro teorie, nel nuovo professore
di Storia e Filosofia, Sante Manghi. Fu un'antipatia a prima vista. Non
sopportavo il suo modo di cercare di cambiarci e di imporci le sue idee;
inoltre se non le condividevi, erano guai nelle interrogazioni. Per quanto
avessi studiato, c'era sempre qualcosa che non andava, mentre i suoi seguaci,
qualunque sciocchezza dicessero, erano maturi e profondi.
Fu il peggiore degli anni del liceo. Il 12 novembre
improvvisamente, una sera, mentre cenavamo, mia nonna reclinò il capo e
ci lasciò per sempre. Per me fu un colpo durissimo, era la prima persona (di
una lunga serie) a me cara che mi lasciava, persi per sempre quella mia
spumeggiante voglia di vivere, che mi derivava dal credere che la vita fosse
fatta solo di lieti eventi. Mi ricordo con molta tenerezza la telefonata di
Vanna che invano cercava di consolarmi, sommersa dalle mie lacrime e dai miei
singhiozzi.
Tornai a scuola malvolentieri, non provavo
più interesse per nulla e subivo più o meno passivamente l'evolversi degli eventi.
Un ricordo particolare lo rivolgo a un mio nuovo compagno (terzo da destra in
seconda fila), ragazzo molto estroverso e simpatico Salvatore Sciuto,
appassionato di moto, che teneva un po' su il morale di una classe in perenne
conflitto. Si cominciavano a sentire le prime avvisaglie di quel malcontento
che sarebbe poi sfociato nelle rivolte studentesche del '68. Devo dire che
questa era una classe molto politicizzata. E per chiudere l'anno in bellezza,
mi arrivò una solenne bocciatura a giugno. Volevo cambiare scuola, non
riconoscevo più in quel liceo i principi che mi avevano spinto a sceglierlo,
poi, convinta da alcuni professori che cambiando classe e alcuni docenti avrei
ritrovato la serenità e la fiducia che avevo perso, mi riscrissi in 3° F.
Ricordo di un compagno scomparso
In corso Marconi angolo via Ormea lo Sciuto si è scontrato con una 124, condotta da Bruno Dotta, 42 anni, Bruxelles, Avenue du Polo 45.
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