sabato 11 ottobre 2014

Al traguardo: l'esame di maturità nel 1970 (Piero Seinera)

La preparazione dell'esame di maturità mi impegnò non poco. Adesso, a ripensarci, mi sembra che non seguissi un preciso programma di studio. La vastità di quel che avrei, in teoria, dovuto apprendere mi spaventava. Forse non eravamo stati adeguatamente istruiti sulla complessità dell'esame o forse, come spesso mi è capitato fino all'università, io non "avevo capito". Lo scritto fu disastroso sia in Italiano che in Matematica: nel primo andai fuori tema, parlai addirittura di Peter Kolosimo che a quei tempi riscuoteva un certo successo nel mondo (abbastanza discutibile) della fantaarcheologia: Peter Kolosimo. Questo non mi procurò di certo la fama di allievo serio e studioso. Parimenti nel problema di matematica ebbi l'insufficienza. Penso che sia stata la buona volontà dei professori, coadiuvati dal Craveri, a tirarmi fuori dall'impiccio in cui mi ero cacciato. E' vero che all'orale fui in grado di sollevare la media: dissertai infatti sulle lettere che scrisse al Tommaseo una certa nobildonna di cui non ho più memoria e questo bene impressionò la commissione. Se solo avessero saputo che il mio sapere derivava dalla lettura il giorno precedente l'interrogazione, non di libri profondi ma del volumetto, peraltro ben fatto, de I Giganti Mondadori che anni prima ia madre aveva avuto l'accortezza di acquistare  dal giornalaio.... Ma così vanno le cose. C'è forse da dire che la mia fama di bravo ragazzo, non di brillante intelligenza, ma volenteroso e studioso nei 5 anni precedenti, mi servì a non essere bocciato. Ne uscii con un misero 38. Ripensando a quegli anni e a come studiavo, mi sembra di capire che fu solo all'Università con corsi ben definiti e programmi ben tracciati che imparai l'arte di apprendere e memorizzare. Nei cinque anni di Liceo, purtroppo, troppi insegnanti supplenti transitarono sulle nostre cattedre e molti privi di un metodo didattico efficace. Arrivai all'esame di quinta sprovveduto di una base solida con cui mostrare le mie potenzialità ma comunque ce la feci e dopo tutto fu più semplice anche se non meno faticoso.
Ho spesso considerato il problema dell'insegnamento in Italia, soprattutto se penso che per diventare quel che sono, ho studiato fino al 1980, anno del conseguimento della specialità in Ostetricia e Ginecologia, nei tempi giusti e senza mai perdere anni. Ventinove anni! Più di un terzo di una vita. Troppi anni. Troppi al Liceo, visto il bagaglio culturale che mi ha lasciato, ma soprattutto troppi all'Università. Molto di quel che adesso so, l'ho imparato per conto mio e non sui libri di scuola. E' forse questa la colpa maggiore che rivolgo al sistema-scuola  italiano.
Piero Seinera

2 commenti:

  1. Pure io sostenni la maturità classica nel 1970 e fu proprio l'esame che mi consentì di ribaltare il non lusinghiero giudizio di ammissione al termine di un anno scolastico molto sofferto. Ed invece un ottimo tema di italiano e un brillantissimo orale mi permisero di diplomarmi con successo.

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  2. Fantastico vedere il prof che fuma. Dà il senso del tempo trascorso...

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